OpenAI e The Financial Times Stabiliscono un Accordo di Licenza Innovativo

OpenAI e The Financial Times Stabiliscono un Accordo di Licenza Innovativo
The Financial Times (FT) ha stipulato un accordo di licenza dei contenuti con OpenAI, l’innovativa azienda AI supportata da Microsoft. Questa partnership consente a OpenAI di addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale sugli vasti archivi del FT, segnando un passo importante nell’integrazione del giornalismo di classe mondiale con tecnologie AI avanzate.

Ai sensi dell’accordo, OpenAI utilizzerà i contenuti storici del FT per potenziare le sue capacità di intelligenza artificiale generativa, che include la creazione di testi, immagini e codici indistinguibili da quelli prodotti dagli umani. Inoltre, l’accordo permette a ChatGPT di generare riassunti concisi degli articoli del FT, fornendo ai suoi 100 milioni di utenti in tutto il mondo un accesso diretto al giornalismo di alto livello e un collegamento ai contenuti originali su FT.com.

Il CEO del FT, John Ridding, ha evidenziato i benefici multifaccettati di questo accordo, sottolineando non solo i vantaggi diretti per il FT, ma anche le più ampie implicazioni positive per l’industria dei media. Ha messo in luce l’importanza che le piattaforme AI compensino i publisher per i loro contenuti, supportando i principi di trasparenza, attribuzione e giusta compensazione.

Brad Lightcap, COO di OpenAI, ha espresso entusiasmo riguardo la collaborazione continua con il FT, affermando che la partnership mira a scoprire modi innovativi per l’AI di potenziare le organizzazioni di notizie e i giornalisti, arricchendo così l’esperienza utente di ChatGPT con l’accesso immediato a notizie autorevoli.

Questo accordo è uno tra i vari che OpenAI ha assicurato nell’ultimo anno con organizzazioni di notizie leader, inclusi l’Associated Press, Axel Springer, Le Monde e Prisa Media. I dettagli finanziari rimangono non divulgati, ma è noto che tali accordi sono significativi dal punto di vista finanziario e vantaggiosi per le aziende mediatiche coinvolte.

Curiosamente, questa notizia arriva nel contesto di azioni legali intraprese dal New York Times contro OpenAI e Microsoft a dicembre, che li accusava di utilizzare i suoi contenuti senza la dovuta licenza, evidenziando preoccupazioni in corso sull’uso dei contenuti nello sviluppo dell’AI.

Questi sviluppi riflettono il paesaggio in evoluzione in cui gli editori di notizie stanno sempre più riconoscendo il valore dei loro contenuti nell’addestramento e nel perfezionamento delle tecnologie AI. Man mano che l’AI diventa più integrata nelle nostre esperienze digitali quotidiane, l’importanza di tali partnership diventerà probabilmente ancora più evidente, stabilendo precedenti su come i contenuti digitali possono essere utilizzati e monetizzati eticamente nell’era dell’AI.

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